www.055news.it rubrica IL NUDO E IL CRUDO di RITA BELLACOSA
Tutti i libri del mondo non ti danno la felicità, però in segreto ti rimandano a te stesso. Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno: sole, stelle, luna. Perché la luce che cercavi vive dentro di te. La saggezza che hai a lungo cercato in biblioteca ora brilla da ogni foglio, perché adesso è tua.
Cari amici, ecco un elenco di capolavori letterari che editori famosi non vollero pubblicare. Ignoranza, superficialità, invidia? Chissà! Giudicate voi …
MOBY DICK di Hermann Melville. Due i no scandalosi: uno, di un editore americano che accusò lo scrittore di essere un truffatore e di avere scritto un’ ignobile rapsodìa soltanto per estorcergli anticipi di denaro e gli ingiunse un’azione legale; il secondo, di un editore inglese che lo respinse motivando che non fosse un libro adatto ai giovani inglesi.
UNO STUDIO IN ROSSO Opera prima di Arthur Conan Doyle in cui compare per la prima volta il personaggio di Sherlock Holmes, ebbe decine di rifiuti con motivazioni svariate: chi disse di non avere avuto tempo di leggerlo, chi che era troppo lungo, chi che era troppo breve, chi che il personaggio di Sherlock Holmes non fosse credibile…
LA RECHERCHE di Proust il quale dovette pagare per vederlo pubblicato da un editore alle prime armi, Grasset. L’opera era stata rifiutata da editori affermati che avevano definito lo scrittore prolisso, inconcludente, ignorante e persino dilettante e mediocre come disse Andrè Gide che, quando il libro ebbe successo, riconobbe l’errore di valutazione e si scusò pubblicamente.
ULISSE di James Joyce stroncato da Virginia Woolf che definì lo scrittore “un liceale a disagio che si gratta i foruncoli”.
LA FATTORIA DEGLI ANIMALI di George Orwell bocciato da T. S. Eliot e da tanti noti editori americani.
IL GATTOPARDO di G. Tomasi Di Lampedusa, dopo molti rifiuti e delusioni pubblicato dalla Feltrinelli su suggerimento di G. Bassani. Era stato bocciato due volte per Mondadori e per Einaudi da Elio Vittorini, che lo definì un romanzo vecchio mentre lui auspicava il rinnovamento della letteratura.
SE QUESTO E’ UN UOMO di Primo Levi bocciato per Einaudi da Cesare Pavese e da Natalia Ginzburg con la motivazione che i lettori non volevano più leggere storie di guerra.
IL SIGNORE DEGLI ANELLI di John R.R. Tolkien. Il più grande capolavoro di fantasia, uno dei più fortunati successi editoriali di tutti i tempi, rifiutato dalla George Allen & Unwin e dalla William Collins perché troppo lungo, editato dalla George Allen 5 anni più tardi.
LOLITA di Vladimir Nabokov ritenuto pornografico. Un editore consigliò di trasformarlo in una storia gay “tramutando Lolita in un ragazzino di 12 anni che veniva sedotto da un Humbert contadino”. Anche in Italia Nabokov fu respinto da Bompiani e da Garzanti.
CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Gabriel Garcia Marquez respinto, e deriso persino, da numerosi editori colombiani, brasiliani ed europei tra cui l’editore della Seix- Barral di Barcellona.
IL PADRINO di Mario Puzo giudicato rozzo, grossolano e lo scrittore con il cognome impresentabile tanto che gli fu chiesto di cambiarlo. Lo rifiutò Garzanti, Mondadori e Sergio Leone non volle dirigerne il film che poi girò F. F. Coppola.
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ ESSERE di Milan Kundera, scrittore ceco ma francofono bocciato dall’editore Livio Garzanti “Non pubblico scrittori minori, e per giunta cecoslovacchi”.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. RITA BELLACOSA 2010